Il gioco ha una lunga storia e ha accompagnato l’umanità durante tutto il suo percorso evolutivo. Il gioco ha saputo, nel tempo, esprimere e trasmetttere modi di pensare e di essere. Ha saputo essere anche un promotore della crescita scientifica, palestra di competenze e importante veicolo di dialogo interculturale e intergenerazionale.
Anche nell’ambito scolastico, ai giorni nostri, l’attività ludica può costituite un importante supporto allo sviluppo delle competenze e delle life skills. Il gioco con il suo approccio esperienziale, la sua forte carica di motivazione intrinseca, con la sua strutturazione chiara ed evidente per obiettivi, diventa uno strumento POTENTE.
Sono tre le grandi aree di competenza che il gioco può stimolare:
- le competenze ETICHE che hanno a che fare con i comportamenti
- le competenze SOCIALI E RELAZIONALI che interessano tutta la sfera delle relazioni, del gruppo e dell’interazione tra i ragazzi
- le competenze COGNITIVE che hanno a che fare nello specifico con le caratteristiche del nostro cervello e del nostro modo di ragionare su cui si costruiscono gli apprendimenti.
Oltre a queste competenze, la cosa che mi piace di più del gioco è LA SCONFITTA!
Nella società del narcisismo, come la definirebbe Charmet, se vinco vinco perchè sono il migliore e perchè finalmente la società ha riconosciuto il mio valore. Se perdo, perdo per colpa della società che non ha capito quanto valgo oppure mi sento un disastro completo e cado nel baratro.
Entrando nell’importanza dell’educare i ragazzi allo spirito critico e all’idea di dubbio, è importante creare quella forma mentis che consente di vivere l’errore come un’opportunità di scoprire e ri-scoprire il mondo circostante e che ogni fallimento porta con se almeno un insegnamento utile e di cui devo fare tesoro (Binanti 2005).
Il gioco può “insegnare” a gestire bene la competizione, imparare a perdere, ma sopratutto far capire ai ragazzi che SI PUO’ FALLIRE e ricominciare senza che il valore o la dignità ne siano intaccati. CHE IL PERCORSO SPESSO è PIU’ IMPORTANTE DEL RISULTATO, che ciò che si è appreso lungo la strada, l’impegno e la dedizione hanno un valore maggiore del risultato ottenuto alla fine.
Un errore è un’opportunità per essere creativi per imparare a rialzarsi e a ricominciare (scuoladifallimento.com)
Come prima cosa il gioco è REGOLA. Senza un regolamento è impossibile giocare. Il senso della regola e del limite sono essenziali per lo sviluppo dell’autogoverno che è l’unico vero bagaglio con cui ogni individuo entra in società e in relazione con gli altri. I ragazzi nelle regole spesso trovano sicurezza perchè la regola è la “direzione” in cui stiamo andando nel rispetto dei nostri compagni di viaggio.
Ma il gioco è e deve essere sopratutto DIVERTIMENTO che insieme alla RELAZIONE è il vero motore di ogni attività ludica.
Va da se, che se uno dei cardini su cui è posato il gioco è la relazione, la COMUNICAZIONE diventa di primaria importanza.
Inoltre un gioco può essere competitivo o collaborativo, può richiedere problem solving e creatività…ma può avere anche una buona dose di fortuna e casualità che bisogna imparare ad accettare e a gestire.
Bibliografia “Didattica Ludica” di Andrea Ligabue